giovedì 3 aprile 2014

Il cervo nobile

Il cervo rosso ( Cervus elaphus), chiamato anche cervo nobile, è il più grosso erbivoro selvatico esistente sulle Alpi e non solo: con il suo peso massimo che, negli esemplari maschi, può raggiungere i 200 kg, è anche il più grande erbivoro che popola le foreste europee. La caratteristica più appariscente di questa specie sono  i grandi palchi ramificati posseduti dai maschi. 

I palchi dei cervidi  fanno parte integrante del corpo dell'animale; sono costituiti da un osso ricoperto da un particolare tessuto vascolarizzato, chiamato velluto, che verso settembre si secca, provocando un fastidioso prurito nell'animale che inizia quindi a  strofinare le corna su tronchi e rami fino a staccarlo completamente. Una volta liberato il palco dal velluto, il cervo si mostra nel pieno del suo splendore. I palchi sono indicativi delle condizioni fisiche dell'individuo: migliori saranno le condizioni fisiche del cervo maschio, più grandi saranno le sue corna. Questo perché, a differenza delle corna dei bovidi, nei cervi i palchi seguono un ciclo continuo di caduta e ricrescita, che richiede ogni inverno uno sforzo enorme, in termini di energie paragonabile alla gestazione e al parto delle femmine. È così che la natura affida soltanto ai maschi più forti e sani la riproduzione. 


La stagione degli amori sconvolge la vita dei branchi di cervi, tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno; i maschi smettono quasi di nutrirsi, per occupare le radure all'interno dei boschi e radunare attorno a sé un harem composto dalle femmine in età riproduttiva. È la stagione del bramito: una sorta di muggito rauco e profondo che lacera il silenzio della notte.
Il bramito che i cervi emettono durante la stagione degli amori è una manifestazione di forza. Lo scopo del bramito è quello di intimorire gli altri maschi presenti nella zona e assicurarsi così il diritto all'accoppiamento con le femmine del branco. Quando due maschi si equivalgono in questa prova sonora, allora può capitare che passino allo scontro fisico, per stabilire chi è il maschio dominante. I contendenti si impegnano in veri e propri combattimenti a colpi di corna, che non servono a ferire l'avversario, ma soltanto a dimostrare la propria forza. Tali battaglie sono quasi sempre incruente, il maschio sconfitto generalmente abbandona il territorio.

Terminata la stagione degli amori, i palchi cadono, i maschi riprendono le loro normali attività e le femmine si riuniscono di nuovo ai loro gruppi famigliari, contenenti anche i giovani maschi. Tra le femmine esiste una gerarchia molto solida e fissa. I maschi all’interno di gruppi femminili sono tollerati, ma non hanno alcuna funzione.  Di solito è la femmina con il piccolo che si prende la cura di guidare la fuga in una direzione piuttosto che in un’altra. 
La gravidanza dura 260 giorni e, di norma, a ogni parto nasce un solo cerbiatto, ma possono verificarsi parti gemellari (rari).
I cerbiatti nascono tra maggio e giugno, in tempo per approfittare della buona stagione, quando il cibo a disposizione è più abbondante e nutriente.

Il cervo, nonostante la sua mole, ha movenze leggere ed eleganti, è veloce sia nel trotto che nel galoppo ed è agile nei salti, che possono raggiungere i 2 metri di altezza.
Vive di preferenza nei boschi di latifoglie o misti, alternati a vaste radure e pascoli, ma si trova anche nelle foreste di conifere, spingendosi talvolta anche sui pascoli più elevati, nelle boscaglie ripariali dei corsi d'acqua e, in Sardegna, nella tipica macchia mediterranea.   

I cervi hanno abitudini crepuscolari e la ricerca del cibo viene effettuata di solito nelle ore notturne. Rigorosamente erbivoro, ha però una discreta capacità di adattamento: in primavera gli animali divorano le erbe fresche e tenere, i germogli, le foglie novelle e i ramoscelli. Durante l'estate preferiscono il grano maturo, l'avena, le carote e i frutti selvatici. D'inverno, quando il terreno si ricopre di una coltre di neve, il suolo non produce più erba, e i rami non danno più foglie, i cervi si accontentano delle cortecce, degli arbusti secchi e delle radici scavate faticosamente a colpi di zoccolo. In questa difficile stagione i cervi si spostano verso i fondovalle.
Gran parte dei cervi mostra infatti un comportamento di tipo migratorio che può avvenire in modo verticale o dal fondo verso l’imbocco di una valle. 











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