venerdì 7 marzo 2014

La migrazione dei rospi




I rospi comuni (Bufo bufo), che vivono sul nostro territorio, spesso a pochi passi da noi, sul finire dell'inverno compiono una breve migrazione per raggiungere i siti di accoppiamento, generalmente stagni o piccole pozze d'acqua.  Escono dai boschi e raggiungono le zone umide, per accoppiarsi e deporre le loro uova. Terminato il periodo riproduttivo ritornano nelle aree di origine. Il momento in cui la migrazione ha inizio tra fine febbraio e inizio aprile, ed è influenzato dalla temperatura e dall'umidità dell'aria. Gli spostamenti avvengono all'imbrunire, tra le 18,00 e le 23,00 e i rospi "innamorati" arrivano a coprire distanze di 2-3 km. Nel compiere questi tragitti, più o meno lunghi, sono costretti ad attraversare le strade umane, rimanendo spesso vittime di incidenti, anche a causa della loro lentezza nei movimenti e al fatto che il contatto con l'asfalto caldo li porta talvolta a rimanere immobili, inebriati da quel tepore artificiale. La loro morte non è istantanea, possono agonizzare anche per molti minuti, con le budella sparse sull'asfalto.

Proprio per salvare centinaia di rospi da una morte lenta ed orribile, nelle aree interessate da questo fenomeno stagionale, non è raro incontrare, sul far della sera, volontari armati di secchi, guanti e pettorine luminose, che con pazienza e torce elettriche, pattugliano le strade. Alcune province più virtuose, sollecitate dai volontari, dispongono sui percorsi abituali dei rospi i cosiddetti rospidotti, ovvero delle canalette poste sotto la strada per permettere a questi simpatici ed utili animaletti di attraversare in sicurezza. 
Dovete sapere che questi animali sono molto sensibili e si spostano sfruttando il geomagnetismo per orientarsi, grazie ai molti recettori geomagnetici presenti sul loro corpo. Pare che, 5 giorni prima del terremoto che ha distrutto L'Aquila, pur essendo in piena stagione degli accoppiamenti, il 96% dei rospi maschi siano fuggiti dai siti più vicini all'epicentro del sisma, senza accoppiarsi.  Testimone involontaria dell’evento è stata Rachel Grant della Open University di Milton Keynes, che da anni studia il comportamento riproduttivo dei rospi e che era impegnata in una delle sue ricerche a 74 chilometri dall’epicentro del sisma aquilano tra il 27 marzo e il 24 aprile 2009.
E ora alcune nozioni generali sugli anfibi:
Gli anfibi  (Amphibia) sono presenti sulla Terra già dalla fine del Devoniano ma i rappresentanti dei gruppi attuali più antichi si sono evoluti dalla metà del Carbonifero.
Ci sono circa 4000 specie di rane e rospi. Sono tutte senza coda, con corpo corto, zampe posteriori molto lunghe, pelle umida e senza squame ma ricca di ghiandole; hanno quasi sempre 5 dita unite da membrana negli arti posteriori e 4 dita in quelli anteriori; la bocca é ampia e munita di denti; la lingua é muscolosa ed estroflessibile; gli occhi sono grossi e molto mobili; le narici possono essere chiuse ermeticamente; i sensi sono molto sviluppati. I termini rane e rospi si riferiscono alle due forme base che si trovano in Italia.
Le uova sono diverse tra specie e specie ed esistono chiavi per la loro determinazione. In linea di massima i rospi depongono cordoni di uova mentre le rane depongono delle masse gelatinose.
I girini nascono con la coda e la perdono durante la metamorfosi. Anche la forma delle pupille é una chiave utile per distinguere le rane dai rospi in quanto quella delle rane é tondeggiante mentre quella dei rospi più schiacciata e orizzontale.

Gli anfibi sono vertebrati anamni eterotermi, cioé la temperatura corporea segue quella esterna. Le specie della nostra regione sono provviste di due paia di zampe ben visibili.
Gli anfibi sono quasi tutti ovipari, esistono comunque anche specie ovovivipare che partoriscono piccoli già formati e che quindi non necessitano dell'acqua per la riproduzione.
Si dividono in urodeli (o caudati - con coda ) e anuri (o saltanti-senza coda) Per le specie che depongono le uova in acqua lo sviluppo avviene attraverso una fase larvale acquatica cui segue, generalmente nello stesso anno, ma talvolta anche nell'anno successivo, una metamorfosi che porta la larva ad assumere un aspetto simile all'adulto. Le larve più note sono quelle degli anuri e vengono chiamate girini; i girini sono sprovvisti di zampe fino al sopraggiungere della metamorfosi, mentre le larve degli urodeli sono in genere poco visibili e già molto simili all'adulto.
Le larve acquatiche sono dotate di respirazione branchiale che viene abbandonata al sopraggiungere della metamorfosi.
Gli anfibi vivono in ambienti umidi, con acque ferme, ma non tutte le rane sono strettamente acquicole, ad esempio il rospo passa molto tempo lontano dall'acqua. 

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