Ricordiamo anche che il riccio è un animale selvatico protetto da diverse leggi: ne é vietata la caccia, ma anche la detenzione come animale da compagnia. Se trovate un riccio ferito o in pericolo, dovreste consegnarlo ad un Centro di recupero animali selvatici (CRAS).
Il riccio è una specie tutelata e protetta dalla Convenzione di Berna (L. 05/08/1981, n.503, in vigore in Italia dall'01/06/1982.
Se avvistate un riccio in difficoltà e volete prestare soccorso, ci sono alcuni errori da evitare. Ricordate che con gli animali selvatici è bene evitare le cure fai da te, spesso controproducenti, e che non bisogna mai lavarli per non alterarne l'odore selvatico.
È sbagliato anche somministrare ai ricci cibi quali il latte e i suoi derivati, salumi e carne di maiale, cibi ricchi di amido come castagne e patate, succhi di frutta, biscotti o bibite. Prima di nutrire un riccio incidentato bisogna valutare insieme a un veterinario se ha o può avere fratture o traumi interni. Non bisognerebbe spostare un riccio lontano dal luogo del ritrovamento ma, se dovete spostarlo (cercate di non allontanare mai una femmina, potrebbero esserci dei piccoli nei dintorni) e avete necessità di tenerlo al caldo, mettetelo in una scatola con una borsa di acqua calda o una bottiglia, lasciando però al riccio la possibilità di allontanarsi dalla fonte di calore. Se i ricci sono due o più teneteli separati per evitare aggressioni, i ricci non sono animali socievoli.
È sbagliato anche somministrare ai ricci cibi quali il latte e i suoi derivati, salumi e carne di maiale, cibi ricchi di amido come castagne e patate, succhi di frutta, biscotti o bibite. Prima di nutrire un riccio incidentato bisogna valutare insieme a un veterinario se ha o può avere fratture o traumi interni. Non bisognerebbe spostare un riccio lontano dal luogo del ritrovamento ma, se dovete spostarlo (cercate di non allontanare mai una femmina, potrebbero esserci dei piccoli nei dintorni) e avete necessità di tenerlo al caldo, mettetelo in una scatola con una borsa di acqua calda o una bottiglia, lasciando però al riccio la possibilità di allontanarsi dalla fonte di calore. Se i ricci sono due o più teneteli separati per evitare aggressioni, i ricci non sono animali socievoli.
Maggiori informazioni sul sito:http:/hedgehogs.altervista.org/
E ora, qualche nozione in più sulla vita dei ricci.
Il riccio europeo (Erinaceus europaeus), che vive nei nostri boschi fino a 1600 metri di altitudine, appartiene all'ordine degli insettivori, benché sia piuttosto da considerare un onnivoro perché, oltre a nutrirsi di insetti ed altri tipi di invertebrati, si ciba anche di rettili, topi ( e per questo la sua presenza è ben tollerata anche dai contadini), uccelli, ghiande e bacche.
Il riccio è resistente al veleno degli invertebrati di cui si ciba, ma non è immune al veleno della vipera anche se la sua corazza di aculei lo protegge dai temibili morsi. Se però viene morso dal rettile sulla punta del muso, il riccio è spacciato.
Abbiamo parlato della sua corazza, vediamo da cosa è costituita. Il corpo del riccio europeo è ricoperto da centinaia di aculei cavi ma molto duri ed acuminati, lunghi circa 2 - 3 cm, impiantati nella cute tramite piccoli ingrossamenti detti bulbi e dotati di un muscolo erettore che ne permette il movimento. Gli aculei sono di colore grigio-marroncino alla base, che sfuma nel giallastro a metà e diventa bianco o nero all'apice. Questi aculei non sono altro che peli modificati. La parte inferiore del corpo è ricoperta da normali peli brunastri. Le zampe, che sono brevi e sorreggono il corpo tozzo, sono provviste di dita, armate di robusti artigli. Quando si sente minacciato si appallottola stretto, trasformandosi in una sfera spinosa difficile da espugnare.
Il riccio, per quanto abbia un aspetto che lo rende simpatico agli umani, con il suo musetto appuntito, le orecchie corte e arrotondate e gli occhi piccoli e scuri, in realtà ha un'indole poco socievole. Le sue abitudini sono crepuscolari e notturne, trascorre le giornate nascosto nella propria tana, generalmente situata nelle cavità dei tronchi o sotto rocce e cespugli. Ha una vista poco sviluppata ma un udito ed un olfatto finissimi, con i quali riesce ad individuare gli insetti che si muovono sottoterra.
Il periodo degli amori va da aprile ad agosto e i piccoli nascono tra maggio e ottobre. Tra i ricci non esiste un forte dimorfismo sessuale (differenza tra i due sessi), anche se generalmente la femmina è più grande del maschio.
Il letargo inizia verso la fine dell'autunno. Il riccio imbottisce il nido di erba e foglie secche e si ritira, raggomitolato con gli aculei eretti, nel suo comodo giaciglio. Non ha l'abitudine di accumulare provviste, per cui si rimpinza di cibi prima del letargo e può anche svegliarsi saltuariamente per nutrirsi durante il letargo.
Il letargo è indotto da processi fisiologici, che coinvolgono l'ipofisi e il pancreas e che, nel momento del letargo, rallentano tutti i processi metabolici, metre nel momento del risveglio producono ormoni "eccitanti" che consentono all'animale di uscire dallo stato di torpore e di riprendere la vita normale.
I principali nemici del riccio, a parte l'uomo, sono i rapaci, gli unici che con il loro potente becco riescono a sopraffare la difesa dell'animale. I mammiferi, come volpi, cani e mustelidi, hanno invece poche speranze di successo.
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