domenica 13 novembre 2011

I fiumi di casa nostra e le alluvioni annunciate

In questi giorni si è parlato tanto di fiumi e della loro potenza distruttrice.  Piove, e i corsi d’acqua diventano il centro della nostra attenzione, dei sorvegliati speciali e temuti, fonti di ansie e preoccupazioni. Perché l’acqua ha una forza distruttrice che difficilmente può essere contenuta dall’uomo. Nel momento in cui rompe le briglie, devastata e trascina con sé ogni cosa, distruggendo paesi interi e sconvolgendo le nostre vite.
Ma il fiume non è soltanto questo nemico malvagio che vediamo al tg in occasione delle grandi alluvioni e poi ci scordiamo quando il peggio è passato. I fiumi ormai attraversano le nostre città senza che noi riusciamo più a percepirne la reale forza vitale, mentre per secoli hanno rappresentato un elemento fondamentale della nostra cultura, del nostro immaginario. Grandi civiltà del passato sono sorte e fiorite proprio grazie ai fiumi e alle loro acque, pensiamo agli egizi che hanno saputo sfruttare con sapienza le piene del Nilo, ad esempio. Non è un caso che la maggior parte delle grandi cttà del mondo siano attraversate da corsi d’acqua: Roma, Torino, Il Cairo, Parigi, Dacca.
Cerchiamo allora di riappropriarci dei nostri fiumi e di comprenderne meglio le dinamiche e le necessità, così da far sì che la pioggia non  porti ogni anno con sé la minaccia di una piena.
Ovviamente i corsi d’acqua differiscono tra loro per molti fattori, che possono essere la lunghezza, la portata, l’ampiezza dell’alveo, l’altitudine della sua sorgente.
Analizziamo allora un fiume ipotetico dalla sorgente fino alla foce, per capire come queste caratteristiche variano lungo tutto il corso del fiume.
Sicuramente, la pendenza sarà maggiore vicino alla sorgente per poi decrescere man mano che ci si avvicina alla foce. Ne consegue che anche la velocità sarà maggiore alla sorgente, così come la sua forza di erosione. Avremo una maggior turbolenza con un maggiore quindi apporto di ossigeno, un suolo ciotoloso perché sabbia e detriti vengono trascianti a valle e generlamente temperature più basse.
Avvicinandosi alla foce le acque rallentano, diventano più calde, torbide il fondale sabbioso o limoso, diminuisce la concentrazione dell’ossigeno mentre aumenta quella dei nutrienti ( fosfati e nitrati).
Partendo dalla foce ed arrivando a valle, il fiume può essere suddiviso in 4 zone, caratterizzate da differenti “specie guida”  di pesci, che danno il nome alla rispettiva zona.
Avremo quindi:
-         la zona trote, dove le correnti sono molto rapide, le temperature basse e le acque molto ossigenate. Il fondo è roccioso e ghiaioso. Sono presenti oltre alla trota fario, e alla trota iridea anche la sanguinerola, il cobite, lo scazzone. Vivono in queste acque anche molte specie bentoniche e molluschi e diversi tipi di insetti efemerotteri, tricotteri e plecotteri.
-         la zona a  temoli, con correnti rapide, e una maggior ampiezza del letto del fiume. La conformazione del fondo è più varia e quindi è maggiore il numero di habitat e di specie presenti. Oltre al temolo avremo ancora la trota, il varione, la sanguinerola, lo scazzone ed i barbi.
-         la zona a barbi, con correnti moderate e fondali generlamente sabbiosi ma ancora una buona ossigenazione. Le sponde cominciano a presentare una folta vegetazione. Sul fondo melmoso vivono lamellibranchi, oligocheti, crostacei e vari tipi di larve. Oltre al barbo avremo il vairone, la sanguinerola, la lasca ed il cavedano.
-         la zona a carpe, con correnti ridotte e acque spesso torbide con molto materiale organico in sospensione e minor quantità di ossigeno. Il fondo è sabbioso e melmoso, la vegetazione delle rive abbondante. Vi vivono numerosi invertebrati detritivori, molluschi e larve di insetti. Tra i pesci troviamo la carpa, il triotto, il cavedano, la scardola, la tinca, l’alborella, l’anguilla, il luccio, il pesce persico ed il pesce gatto.
Le prime due zone formano la regione salmonicola, le seconde la regione ciprinicola.
Queste due zone, come abbiamo visto si differenziano anche per la diversa vegetazione delle loro sponde. Naturalmente il passaggio tra le due regioni non è netto ma graduale.
Il fiume possiede poi una straordinaria proprietà: la capacità di autodepurazione, grazie ai microorganismi presenti nelle sue acque che degradano le sostanza inquinanti e le trasformano in composti più semplici che rientrano nel ciclo biologico. L’uomo ha spesso abusato di tale capacità, utilizzando le acque fluviali per i propri scopi alimentari e produttivi e riversando le acque inquinate da queste attività attraverso la rete fognaria nuovamente nel fiume. Ha così creato uno squilibrio negli ecosistemi fluviali e di conseguenz amolti corsid’acqua hanno perso la loro capacità autodepurativa.
Ma non è soltanto attraverso i prelievi idrici e la costruzione di dighe e di impianti fognari che l’uomo altera l’ecosistema fiume. Anche le opere di regimazione dei corsi d’acqua hanno contribuito ad alterare l’equilibrio di questo delicato ecosistema. Arginature, briglie di cemento, gabbioni, vengono spesso spacciate come opere di “sistemazione idraulica” o “ bonifica ambientale dell’alveo”, ma sono pratiche che hanno un forte impatto negativo sull’ambiente fluviale e non sono efficaci nella regimazione delle acque.
L’estrazione di sabbia e ghiaia dagli alvei dei fiumi, molto diffusa in Italia ha a sua volta un notevole impatto ambientale, perché assottiglia lo strato permeabile che si trova sotto l’alveo e che costituisce il punto di contatto per gli scambi che intercorrono tra le acque sotterranee e quelle superficiali, mentre è anche causa della rimozione della vegetazione esistente.
Infine, tra le attività umane che degradano i nostri fiumi abbiamo la pesca, che ha raggiunto uno stadio di sovrasfruttamento degli stock ittici, con forti ripercussioni sull’equilibrio generale dell’ecosistema.

AMBIENTE FLUVIALE NATURALE E AMBIENTE FLUVIALE CEMENTIFICATO A CONFRONTO:


Ambiente naturale
Ambiente cementificato
Elevata diversità di microhabitat, fondo ricco di ripari per flora e fauna
Biotopo uniforme, flora e fauna esposti alle piene
Elevata diversità biologica e della biomassa
Sopravvivono poche specie con poca densità di popolazione
Percorso lungo e sinuoso. Maggiore quantità di superfici bagnate e maggior tempo di scambio con il fondo.
Ridotta estensione di superfici toccate per la rettilineizzazione dell’alveo. Diminuito contatto dell’acqua con l’attività autodepurativa
L’estensione in lunghezza dell’alveo conferisce maggior capacità al fiume di contenere le punte di piena
Il percorso accorciato ritiene sul territorio minori quantitativi di acque
Le anse, la sezione naturale ed il substrato frenano l’impeto della corrente
L’alveo liscio e rettilineo scarica a valle correnti con energie devastanti in caso di piena
Il fiume riceve acqua dal sottosuolo nei periodi di siccità ela cede nei periodi di forti piogge, limitando così le piene
Il cemento impedisce l’interscambio con le falde
La vegetazione svolge ruolo di nutrimento e di protezione dalla luce eccessiva
L’eliminazione della vegetazione impoverisce l’acqua di nutrimento portando la scomparsa di numerose specie di pesci e di invertebrati lucifugi
L’ombreggiamento impedisce l’eccessivo riscaldamento delle acque e l’ossigenazione a livelli accettabili. Inoltre impedisce l’eccessiva proliferazione algale.
L’acqua si riscalda eccessivamente, scompaiono specie ittiche e quelle sopravvissute sono affette da parassitosi. E’ molto bassa la concentrazione di ossigeno. Materassi di alghe filamentose possono portare un’eccessiva ossigenazione diurna e un azzeramento dell’ossigeno nelle ore notturne rendendo l’ambiente inospitale
La vegetazione di riva dà rifugio a numerose specie di anfibi, uccelli, rettili e mammiferi
La distruzione degli habitat causa la scomparsa di numerose specie troncando i vertici della catena alimentra fluviale
Le spiagge fluviali consentono la riproduzione di innumerevoli organismi
Le rive di cemento impediscono la riproduzione di numerose specie impedendo il pendolarismo terra  - acqua
Il trasporto solido è equilibrato, in funzione della velocità di corrente e della pendenza
La modificazione della sezione e della pendenza dell’alveo porta a stravolgimenti nel trasporto solido.



Fonti: “ Il tuo fiume – guida pratica allo studio e alla tutela dei corsi d’acqua” di Legambiente

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