sabato 3 dicembre 2011

Il fiume ed i suoi abitanti

Riprendiamo la nostra escursione attraverso la natura che ci circonda, continuando a passeggiare in riva al fiume.... pare che adesso siano rientrati tutti nei ranghi e quindi riappropriamoci di questo spazio.
Vediamo chi ci abita, chi vive sulle sue superfici o nelle profondità delle sue acque.


COMUNITA' BIOLOGICHE:

Nei nostri fiumi vivono diverse comunità biologiche, che prendono il nome di pleuston, epifiton, epiliton, epixilon, bentos, necton, plancton e fauna iporreica. A seconda dell'ambiente in cui vivono avremo quindi:
- Interfaccia acqua / aria = pleuston : organismi che vivono sull'acqua e che la usano come sostegno. E' il caso delle piante acquatiche e degli insetti di superficie, che si trovano soprattutto nei tratti di fiume tranquilli, anche in ambiente montano. Sono comunemente chiamati ragni d'acqua, in realtà sono emitteri : insetti predatori che cacciano altri insetti caduti in acqua. ( es : Velia, Idrometra, Gerride ). Inoltre sulla superficie tendono a depositarsi molecole organiche e quindi batteri, che formano quella che a noi, in controluce, sembra una pellicola sull'acqua.


epiliton :  sulle rocce
- Interfaccia acqua / fondale = epifiton : sulle piante acquatiche
epixilon : sui tronchi sommersi
Funghi, protozoi, batteri e alghe formano sul fondale un tappetino che prende il nome di BIOFILM. E' fondamentale per il fiume perché serve a smaltire le sostanze organiche disciolte. Il biofilm potrebbe comunque vivere anche solo grazie alle alghe, che producono sostanze gelatinose e sono capaci di fotosintesi, sono quindi dei produttori di materia organica che non dipendono da quella disciolta.

- Fondale = bentos : organismi ancorati sul fondo: macroinvertebrati e vermi. Popolano il fondo e sono importanti per l'autodepurazione del fiume, perché si nutrono di biofilm ma anche di detriti di altra natura ( foglie cadute, detriti umani, etc. etc. ).Solo il 10% dei macroinvertebrati è composto da predatori, per lo più si nutrono di detriti.

Oltre alle alghe anche le piante acquatiche producono nell'acqua sostanze organiche (es. lenticchia d'acqua ). Negli ambienti acquatici troviamo piante con adattamenti diversi e dalle quali traggono nutrimento i pesci erbivori e i molluschi ( es. carpa erbivora ); vivono in acque con velocità di corrente limitata, infatti sono rare in ambienti montani, dove l'alta velocità impedisce l'ancoraggio.
Nei fiumi, ma non in ambienti montani o pedemontani, troviamo pesci che bazzicano sul fondo, come carpe, tinche, anguille.
In ambiente montano il pesce di fondo più diffuso é lo scazzone, spesso preda della trota, di cui , a volte, mangia le uova e i piccoli.

- Necton : pesci liberi nell'acqua

- Placton : organismi in sospensione, con movimenti limitati

-Fauna iporreica : vive sotto la corrente, tra i grani di sabbia, protetta dai predatori e dagli sbalzi ambientali ( stagionali o di portata ): costituita da forme larvali di bentos, che saliranno poi in superficie quando il loro sviluppo sarà già più avanti nella metamorfosi

La biodiversità sarà limitata nei tratti montani a poche specie adattate alla forte corrente e alle basse temperature.

Cresce poi nelle pianure quindi torna a diminuire verso la foce perché le acque diventano torbide e le piante acquatiche producono meno per la scarsità di luce, quindi anche qui scarseggia il cibo.


Come già spiegato nel post precedente, partendo dalla foce ed arrivando a valle, il fiume può essere suddiviso in 4 zone, caratterizzate da differenti “specie guida”  di pesci, che danno il nome alla rispettiva zona.
A seconda del tratto del corso d'acqua avremo comunità diverse. Sulle comunità influiscono la pendenza dell'alveo, la temperatura dell'acqua e la portata del fiume.
pendenza > Trota fario    T° <     e portata <
pendenza < Ciprinidi limnofili     T° >   e portata >
Combinando questi tre fattori gli ittiologi riescono a stabilire se la fauna ittica presente corrisponde a quella potenziale o se l'uomo ha turbato l'equilibrio e la struttura del fiume.
Le varie specie hanno dovuto adattarsi in molti modi alle condizioni fisiche dei fiumi.
Ad esempio da monte verso valle si ha uno slittamento del periodo riproduttivo:
Zona montana : tardo   autunnale: T. fario = ottobre - marzo
                                                     T. marmorata = novembre - gennaio
Tra le due specie esiste la possibilità di ibridarsi.
Zona temolo : primaverile:  marzo - aprile
Zona ciprinidi limnofili : ( tinca) : maggio - agosto
Zona trote : temperatura ( norme CEE per il ripopolamento)
Le trote hanno una temperatura di sangue pari a quella esterna; se la temperatura aumenta la trota é più attiva e consuma una maggiore quantità di ossigeno.
Il valore massimo di temperatura dell'acqua in cui una trota adulta può sopravvivere e di 21°C, 10°C durante il periodo riproduttivo.
A valle di uno scarico l'incremento massimo di T° rispetto a monte dello scarico può essere di 1,5 °C
L'ossigeno disciolto mai inferiore ai 6 mg / L, preferibilmente superiore ai 9 mg / L
Il PH deve essere compreso tra 6 e 9 .

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